Festa 1 aprile

Ugo nacque a Châteauneuf-sur-Isère in Francia. Suo padre aveva servito con onore nell’esercito. Notevole per la sua pietà virile e per l’esempio di purezza e onestà che dava ai suoi uomini, il suo ardore per la gloria di Dio lo rese impavido di fronte al vizio. In seguito, quest’uomo d’onore abbracciò lo stato religioso, si fece certosino sotto San Bruno e ricevette, sul letto di morte, il Santo Viatico dalle mani del figlio.

Si dice che il figlio fosse brillante dal punto di vista accademico, alto di statura e molto timido di natura; la sua cortesia e la sua modestia conquistavano facilmente i cuori. Pur non avendo ricevuto gli ordini sacri, Hugo fu eletto canonico della cattedrale di Valence.


Sant'Ugo di Grenoble

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Una persona che apprezzò le forti qualità di Hugo fu il vescovo di Die, un altro Hugo, che lo legò alla sua casa e presto affidò al giovane compiti difficili, che egli svolse molto abilmente.

All’età di ventisette anni, Ugo accompagnò il vescovo Ugo al sinodo di Avignone convocato per occuparsi, tra le altre cose, dei disordini che si erano infiltrati nella sede episcopale vacante di Grenoble. Il consiglio e i delegati sembravano aver scelto Ugo come l’unico uomo in grado di riformare questi disordini. Eletto all’unanimità, il giovane ecclesiastico, benché profondamente costernato, si sottomise a malincuore.


Consacrazione a vescovo

Ordinato e consacrato di lì a poco, continuò a riformare vigorosamente e con successo la sua diocesi, riducendo gli abusi sia del clero che dei laici e attuando pratiche salutari, benché il suo successo fosse evidente a tutti tranne che a lui stesso. Dopo due anni, Ugo pregò il Santo Padre, San Gregorio VII, di permettergli di ritirarsi in un monastero, cosa che fece per un breve periodo solo per essere chiamato davanti al pontefice.

Dopo aver ascoltato le proteste e le rassicurazioni di Ugo sulle sue mancanze personali, il papa rispose:

“Va bene, figliolo, non puoi fare nulla; ma sei un vescovo e il sacramento può fare tutto”.

Obbedì umilmente e guidò la sua diocesi per cinquantadue anni compiendo prodigi, anche se il suo carattere doloroso, i suoi mal di testa e i suoi problemi di stomaco erano una croce costante di cui non si lamentava mai.

Amò e servì costantemente il suo popolo. In tempi di carestia, vendette le proprietà della chiesa per sfamare gli affamati. Ispirati dal suo esempio, i nobili e i ricchi fecero lo stesso con i loro beni per alleviare gli afflitti.


Gli ultimi anni e il ritiro

Il suo amore per la vita monastica lo portò a donare a San Bruno il terreno su cui quest’ultimo costruì la Grande Chartreuse. Lì il vescovo Hugo si ritirava di tanto in tanto per rinfrancarsi e tendeva a indugiare, e allora San Bruno gli ricordava con dolcezza e rispetto i suoi doveri ecclesiastici.

Hugo di Grenoble morì il 1° aprile 1132 poco prima del suo ottantesimo compleanno. Fu canonizzato da papa Innocenzo II solo due anni dopo.