Festa 11 luglio

Benedetto proveniva da una nobile famiglia di Nursia, vicino a Roma, e aveva una sorella gemella, Scolastica, anch’essa santa e cofondatrice con lui.

Inviato a Roma per la sua educazione, Benedetto aborriva la dissolutezza dei suoi compagni in città e lasciò segretamente Roma.

Trovò la strada per il villaggio di Enfide, dove, lontano dal trambusto, capì di essere chiamato a una vita di solitudine.

Salendo verso un luogo selvaggio e selvaggio chiamato Subiaco, incontrò un eremita, Romanus, che gli diede un abito di pelle di pecora e lo iniziò alla vita eremitica in una grotta in alto sulla montagna.

In questo luogo desolato, Benedetto trascorse tre anni in totale solitudine, portando una volta al giorno una cesta a Romanus, che gli portava il pane e manteneva il segreto sui suoi spostamenti.[Quando la fama della santità e dei poteri miracolosi del giovane recluso si diffuse, i discepoli si radunarono.

Benedetto istituì un sistema di dodici monasteri di legno, ognuno dei quali conteneva dodici monaci guidati da un superiore, che dirigeva dalla sua grotta.

Una volta stabilite queste comunità, Benedetto si trasferì a Monte Cassino. Sul luogo di un grande tempio, costruì due cappelle e attorno al santuario sorse gradualmente la più grande abbazia che il mondo abbia mai conosciuto.

Beneficiando dell’esperienza di Subiaco, Benedetto non sistemò più coloro che venivano da lui in case separate, ma li riunì in un unico stabilimento, governato da priori e decani sotto la sua supervisione generale. Qui costruì anche delle foresterie, perché essendo Montecassino più vicina a Roma, non solo i laici ma anche i dignitari venivano a consultarsi con il santo fondatore.

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Fu senza dubbio in questo periodo che Benedetto compose la sua regola di vita monastica, che avrebbe influenzato tutta l’Europa.

A Monte Cassino, famoso per la sua santità e i suoi miracoli, Benedetto, lungi dal limitare la sua cura ai suoi monaci, la estese alla popolazione circostante. Soccorse gli afflitti, curò i malati, distribuì elemosine, sfamò i poveri e si dice che in più di un’occasione abbia risuscitato i morti.

Il grande santo, che aveva annunciato tante cose, annunciò anche la propria morte.

Avvisò i suoi discepoli e chiese loro di scavare una tomba sei giorni prima della fine. Non appena il luogo di sepoltura fu pronto, ebbe la febbre e l’ultimo giorno ricevette la Santa Comunione. Poi, sostenuto amorevolmente dai suoi figli spirituali, spirò, in piedi nella sua cappella, con le mani alzate verso il cielo.