Festa 5 luglio

Isabella del Portogallo, detta “la Regina Santa”, nacque a Saragozza, in Spagna, figlia del re Pietro III d’Aragona e della regina Costanza di Napoli. Fin dall’infanzia, dopo aver ricevuto un’educazione cristiana, imparò a praticare l’autodisciplina, a mortificare le tendenze ribelli, a evitare il peccato e a perseguire la virtù, la preghiera e l’unione con la santa volontà di Dio.


Matrimonio con Re Dinis

Immagine: Santa Isabella del Portogallo

Bella, talentuosa e buona, diversi monarchi europei la cercarono per sposarla, e alla fine fu promessa in sposa per procura, all’età di tredici anni, al re Dinis del Portogallo.

Un anno e mezzo dopo arrivò in Portogallo per assumere le sue responsabilità di regina. Pur essendo un abile sovrano, il marito aveva un carattere irascibile e abitudini peccaminose. Sebbene rispettasse e venerasse la sua regina, le fu infedele ed ebbe diversi figli illegittimi.

Isabella sopportò il tradimento coniugale con squisita pazienza ed eroica magnanimità, pregando continuamente per il marito che aveva sbagliato. Lei e Dinis ebbero due figli, Costanza e Alfonso.

La giovane regina iniziava la sua giornata con la messa e la preghiera, per poi occuparsi del governo del suo palazzo. Nei momenti liberi cuciva e ricamava con le sue dame per i poveri e si occupava personalmente delle loro necessità. Le serate erano dedicate alla cura degli anziani, dei poveri o di chiunque avesse bisogno.


Le opere pubbliche di Elisabetta

Elisabetta aveva un talento straordinario, parlava diverse lingue, cantava benissimo e aveva una notevole conoscenza dell’ingegneria e dell’architettura. Lei stessa progettò e supervisionò la costruzione di diverse chiese, monasteri e ospedali, sviluppando il proprio “stile elisabettiano”

Un giorno, mentre ispezionava un cantiere, una ragazza si avvicinò e le regalò un mazzo di fiori. Poi la regina distribuì i fiori, uno a ciascuno degli operai dicendo: “Vediamo se oggi lavorerete sodo e bene per questa paga”. Gli uomini riponevano con riverenza il loro fiore ciascuno nella propria borsa, per poi trovare, alla fine della giornata, una moneta d’oro al posto del fiore.

Nella sua città, Elisabetta costruì ricoveri per i poveri, un ospedale, una casa per le donne pentite, una scuola gratuita per le ragazze e un ospizio per i bambini abbandonati. Costruì ponti in luoghi pericolosi, visitò e procurò medici per i malati e preparò le ragazze povere per il convento o per il matrimonio. Teneva un bellissimo diadema e un abito da sposa da prestare alle spose povere perché potessero “brillare” nel loro giorno speciale. Grande devota all’Immacolata Concezione di Maria Santissima, secoli prima della proclamazione del dogma, ottenne dal Vescovo di Coimbra l’istituzione della festa dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre, che fu poi osservata con grande solennità in tutto il Paese.

Santa Elisabetta che ferma una battagliaSanta Elisabetta che ferma una battaglia tra il marito e il figlio

Costantemente pacificatrice, la santa regina risolse molti conflitti tra governanti e nobili in guerra. In due occasioni riconciliò il marito e il figlio, interponendosi tra loro sul campo di battaglia.


Eredità e ultimi anni

Alla fine, Dinis morì molto pentito. In una delle sue poesie, lasciò l’ultimo omaggio alla sua ultima regina:

Dio ti ha fatto senza eguali
In bontà di cuore e di parola
Come tuo pari non c’è nessuno,
Amore mio, signora mia, così canto:
Se Dio avesse voluto,
saresti stato un grande re.

Dopo la morte del marito, Isabella prese l’abito di terziaria francescana e si ritirò presso un convento di Clarisse che aveva fatto costruire, dedicandosi ai malati e ai poveri.

La santa regina morì all’età di sessantacinque anni invocando la Madonna e fu canonizzata nel 1625 da Papa Urbano VIII, che aveva giurato di non canonizzare nessuno durante il suo pontificato.

Fece un’eccezione per Elisabetta quando, dopo averlo pregato, guarì rapidamente da una grave malattia.