Festa 17 novembre

Image: Saint Elizabeth of Hungary as a child

Conosciuta anche come Elisabetta di Turingia, nacque in Ungheria nel 1207. Era figlia del re Andrea II d’Ungheria e di sua moglie Gertrude, appartenente alla famiglia dei conti di Andechs-Meran; il fratello di Elisabetta succedette al padre al trono con il nome di Bela IV; santa Edvige, moglie del duca Enrico I il Barbuto, di Slesia, era sorella di sua madre, mentre un’altra santa, la regina santa Elisabetta del Portogallo, moglie del tirannico re Diniz, era sua pronipote.[Nel 1211, il langravio Ermanno I di Turingia inviò un’ambasciata ufficiale in Ungheria per organizzare il matrimonio tra il figlio maggiore Ermanno e Isabella, allora di quattro anni. Questo matrimonio era il risultato di considerazioni politiche e aveva lo scopo di ratificare un’alleanza contro l’imperatore tedesco Ottone IV, membro della Casa Guelfa, che era in disaccordo con la Chiesa. Non molto tempo dopo, la ragazza fu portata alla corte di Turingia per essere cresciuta con il suo futuro marito e, col tempo, per essere promessa a lui.

La corte di Turingia era in questo periodo famosa per la sua magnificenza. Il suo centro era il maestoso castello di Wartburg, splendidamente situato su una collina della Selva Turingia vicino a Eisenach, dove viveva il langravio Hermann. Nonostante le turbolenze e la vita puramente secolare della corte e lo sfarzo dell’ambiente circostante, la piccola Elisabetta crebbe come una bambina molto religiosa, con un’evidente inclinazione alla preghiera, alle pie osservanze e a piccoli atti di automortificazione. Questi impulsi religiosi furono indubbiamente rafforzati dalle esperienze dolorose della sua vita.


Turbolenze politiche a corte

Nel 1213, la madre di Elisabetta fu assassinata da nobili ungheresi, probabilmente per odio verso i tedeschi. Il 31 dicembre 1216 morì il figlio maggiore ed erede del langravio, Hermann, che Elisabetta avrebbe dovuto sposare; in seguito si fidanzò con Ludwig, il secondogenito. Probabilmente in questi anni Elisabetta dovette subire l’ostilità dei membri più frivoli della corte di Turingia, per i quali la ragazza contemplativa e pia era un continuo rimprovero.

Ludwig, tuttavia, dovette presto venire a proteggerla da ogni maltrattamento e sua madre, la langravia Sofia, membro della famiglia regnante di Baviera e donna profondamente religiosa e molto caritatevole, divenne una madre benevola per la piccola Elisabetta.

I piani politici del vecchio langravio Hermann lo coinvolsero in grandi difficoltà e rovesci; fu scomunicato, perse la testa verso la fine della sua vita e morì il 25 aprile 1217, ancora non riconciliato con la Chiesa. Gli successe il figlio Ludovico IV, che nel 1221 fu anche nominato reggente di Meissen e della Marca Orientale.


matrimonio con ludovico

Nello stesso anno Ludovico ed Elisabetta si sposarono: lo sposo aveva ventuno anni e la sposa quattordici. Il matrimonio fu felice ed esemplare sotto ogni punto di vista e i due sposi si legarono devotamente l’uno all’altra. Ludwig si dimostrò degno di sua moglie. Prestava la sua protezione ai suoi atti di carità, di penitenza e alle sue veglie, e spesso prendeva le mani di Elisabetta quando questa si inginocchiava a pregare di notte al suo capezzale. Ebbero tre figli: Ermanno II (1222-41), che morì giovane; Sofia (1224-1284), che sposò Enrico II, duca di Brabante, e fu antenata dei langravi d’Assia; e Gertrude (1227-97), terza figlia di Elisabetta, che nacque alcune settimane dopo la morte del padre e divenne poi badessa del convento di Altenberg.[I seguaci di San Francesco d’Assisi stabilirono il loro primo insediamento permanente in Germania nell’anno del matrimonio di Elisabetta con Luigi. Per un certo periodo, il francescano tedesco Cesario di Speier fu il loro direttore spirituale e attraverso di lui ella conobbe gli ideali di San Francesco. Questi lo attraggono molto e comincia a metterli in pratica: osserva la castità, secondo il suo stato di vita, e pratica l’umiltà, la pazienza, la preghiera e la carità.

La sua posizione, tuttavia, gli impedisce di vivere ciò che desidera ardentemente: la povertà volontaria e completa. Nel 1225, con l’aiuto di Elisabetta, i francescani fondarono un monastero a Eisenach.

Immagine: Santa Elisabetta d'Ungheria che nutre i poveri

Poco dopo il matrimonio, Elisabetta e Ludovico si recarono in Ungheria; in seguito, Ludovico fu spesso impiegato dall’imperatore Federico II, al quale era molto legato, negli affari dell’impero. Nella primavera del 1226, quando in Turingia imperversavano inondazioni, carestie e pestilenze, Ludovico si trovava in Italia per partecipare alla Dieta di Cremona per conto dell’imperatore.

In queste circostanze disastrose, Elisabetta assunse il controllo degli affari, distribuì elemosine, distribuì persino abiti e ornamenti di Stato ai poveri. Per occuparsi personalmente dei malcapitati costruì sotto il castello di Wartburg un ospedale con ventotto letti e ogni giorno visitava i degenti per soddisfare le loro necessità; allo stesso tempo soccorreva quotidianamente novecento poveri. È questo periodo della sua vita che ha conservato la reputazione di Elisabetta come la gentile e caritatevole chételaine di Wartburg. Al suo ritorno, Ludwig confermò tutto ciò che aveva fatto in sua assenza.


morte di ludwig

L’anno successivo partì con l’imperatore Federico II per una crociata in Palestina, ma morì di peste l’11 settembre a Otranto. La notizia giunse a Elisabetta solo in ottobre, subito dopo aver dato alla luce il suo terzo figlio. Alla notizia, la regina, che aveva solo vent’anni, gridò: “Il mondo con tutte le sue gioie è ormai morto per me”. In quell’inverno del 1227, Elisabetta ordinò ai francescani di cantare un Te Deum e lasciò il castello di Wartburg, accompagnata da due attendenti. Suo cognato, Heinrich Raspe, fungeva ora da reggente per il figlio Hermann, allora di soli cinque anni.

Su raccomandazione di Papa Gregorio IX, il Maestro Corrado di Marburgo, noto predicatore e inquisitore crociato, era diventato la guida spirituale di Elisabetta. La condusse sulla via dell’automortificazione fino alla santità e, dopo la sua morte, fu molto attivo nella sua canonizzazione. Sebbene le avesse proibito di seguire San Francesco in completa povertà come mendicante, con l’ordine di conservare la sua dote le fu permesso di compiere opere di carità e tenerezza.

La zia di Elisabetta, Matilde, badessa del convento benedettino di Kitzingen, vicino a Würzburg, si prese cura della langravia vedova e la inviò allo zio Eckbert, vescovo di Bamberga. Il vescovo, tuttavia, intendeva combinare un altro matrimonio per lei, sebbene in vita del marito Elisabetta avesse fatto voto di castità in caso di morte di quest’ultimo; lo stesso voto era stato fatto anche dai suoi attendenti.


Una vita di carità

Mentre Elisabetta manteneva la sua posizione davanti allo zio, le spoglie del marito furono portate a Bamberga dai suoi fedeli seguaci che le avevano trasportate dall’Italia. Piangendo amaramente, ne seppellì il corpo nel pantheon familiare dei langravi della Turingia, nel monastero di Reinhardsbrunn. Con l’aiuto di Corrado, ricevette ora il valore della sua dote in denaro, cioè duemila marchi; di questa somma distribuì cinquecento marchi in un giorno tra i poveri. Il Venerdì Santo del 1228, nella casa francescana di Eisenach, Elisabetta rinunciò formalmente al mondo; poi, recatasi dal maestro Corrado a Marburgo, lei e le sue fanciulle ricevettero da lui l’abito del Terz’Ordine di San Francesco, risultando così tra le prime terziarie della Germania.

Nell’estate del 1228 costruì l’ospedale francescano di Marburgo e, una volta terminato, si dedicò interamente alla cura dei malati, soprattutto di quelli afflitti dalle malattie più schifose. Corrado di Marburgo le impose ancora molte automortificazioni e rinunce spirituali, e allo stesso tempo le tolse persino i devoti servitori di Elisabetta. Costante nella sua devozione a Dio, le forze di Elisabetta si consumarono nelle sue opere di carità e morì nel 1231 all’età di ventiquattro anni.

Subito dopo la morte di Elisabetta cominciarono a verificarsi miracoli sulla sua tomba nella chiesa dell’ospedale. Per mandato papale vennero effettuati esami su coloro che erano stati guariti e, nella Pentecoste del 1235, venne celebrata da Papa Gregorio IX a Perugia la solenne cerimonia di canonizzazione della “più grande donna del Medioevo tedesco”.