Festa 7 dicembre

Ambrogio nacque in una famiglia cristiana. Suo padre era prefetto della Gallia e sua madre una pia signora. Sia il fratello Satiro che la sorella Marcellina sono stati canonizzati come santi.

All’età di trentatré anni, Ambrogio era un avvocato affermato, governatore di Milano e proprietario di una grande proprietà. Pur confessando di essere cristiano, non era ancora battezzato.


Da giurista a vescovo

Nell’ultimo quarto del IV secolo, molte eresie assalirono la Chiesa. Forse una delle più virulente era l’arianesimo, che negava la divinità di Cristo. Quando nel 374 morì il vescovo di Milano, un ariano, in città scoppiarono lotte di parte. Alcuni cittadini chiesero che gli succedesse un vescovo ariano, altri un vescovo cattolico ortodosso.

Sant'Ambrogio di Milano

Entrando in un’assemblea inferocita che si era riunita in una chiesa, il governatore Ambrogio cominciò a fare appello per una risoluzione più pacifica. Improvvisamente una voce gridò: “Ambrogio vescovo!” e il grido fu raccolto dalla folla.

Ambrogio corse a nascondersi in casa di un amico senatore. L’imperatore, tuttavia, insistette affinché il governatore si assumesse le proprie responsabilità e alla fine si sottomise. Molti si aspettavano che governasse come ariano, ma la stessa ostinazione con cui aveva resistito alle nomine ecclesiastiche, ora la impiegò per servire la Verità.

Iniziò applicandosi assiduamente allo studio delle Sacre Scritture e della teologia, studi facilitati dalla conoscenza del greco.


Servizio come vescovo

Alla fine, colui che aveva iniziato come giurista riuscì a diventare teologo. Grande oratore, influenzò la conversione di sant’Agostino d’Ippona, che, impressionato dalla sua erudizione in materia sacra, citò l’illustre vescovo nelle sue Confessioni.

Adottando una vita personale di semplicità e duro lavoro, Ambrogio si dedicò interamente al servizio del suo gregge. Durante tutto il suo episcopato fu amorevole e forte, proteggendo il suo gregge contro l’arianesimo, il paganesimo e le richieste dei governanti che prestavano fedeltà all’eresia ariana. Più volte rifiutò eroicamente di consegnare le chiese all’imperatrice ariana Giustina, reggente del giovane figlio Valentiniano II. Nonostante le divergenze con l’imperatrice, come uomo di Stato fu chiamato due volte a perorare la causa di Giustina con Magno Massimo, un ex militare che aveva usurpato il potere in Gallia e che voleva prendere le redini del governo anche in Italia. La prima volta Ambrogio ebbe la meglio, la seconda volta Massimo procedette con la presa di potere. Quando invase Milano, Ambrogio gettò un piatto d’oro dalla Chiesa per alleviare le sofferenze.

Teodosio I, imperatore d’Oriente, venne in aiuto dell’Italia e riprese il potere da Massimo. Anche se Sant’Ambrogio lo affrontò duramente su alcune questioni, i due ebbero un buon rapporto.


Un santo legato

Ambrogio governò non solo con grande abilità amministrativa, ma anche schierandosi con i santi Agostino, Girolamo e Gregorio. Agostino, Girolamo e Gregorio Magno come uno dei più grandi teologi e dottori della Chiesa.

Morì il 4 aprile 397 e il suo corpo è venerato nella chiesa di Sant’Ambrogio, nella sua città natale, Milano.